Migrazioni culturali, le scuole incontrano i migranti
Si è concluso sabato 6 maggio il ciclo di incontri “Migrazioni culturali” promosso da Tre Fontane. Il progetto, a cui hanno collaborato Prefettura e Questura di Teramo, è stato sviluppato dalla cooperativa sociale per offrire uno scambio culturale tra i migranti, beneficiari degli Sprar, e gli studenti delle scuole superiori di Roseto degli Abruzzi.
L’evento “Migrazioni culturali” è nato, dunque, per rispondere all’esigenza generale di integrazione, raggiungibile esclusivamente con un processo di interscambio culturale che fornisca gli strumenti emotivi e nozionistici necessari al fine di ridurre le attuali paure generate da ciò che non si conosce.
La scuola rappresenta un “micro-mondo” nel quale lo studente si sperimenta in vista del suo ingresso nella società “civile”, apprende le regole e forma il suo pensiero; diventa così necessario da parte delle istituzioni fornire le conoscenze per interpretare correttamente il fenomeno della migrazione.
La scuola è diventata così strumento di aggregazione tra i pari attraverso la “Peer Education”. I giovani che migrano spinti dal mito dell’Europa hanno incontrato i loro coetanei “figli dell’Occidente”.
Il progetto è stato suddiviso in due momenti specifici: nel primo è stato realizzato un documentario sul tema, nel secondo è stato organizzato un incontro con gli attori del progetto nel “Palazzo del Mare”. Qui ha preso vita un interessante dibattito frutto dell’interazione tra i ragazzi delle scuole e i beneficiari del progetto Sprar.
“Migrazioni Culturali” è un progetto che si pone diversi obiettivi, a cominciare dalla presa di coscienza del sentimento empatico, ovvero dalla capacità di condividere immediatamente lo stato d’animo o la situazione vissuti da un’altra persona. Soltanto attraverso l’interazione e la condivisione è possibile raggiungere uno sviluppo empatico.
Il secondo tema riguarda l’educazione emotiva: è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie e le altrui emozioni. Sollecitando lo sviluppo degli aspetti emotivi si ridurrà il rischio dell’emarginazione.
Gli ultimi due aspetti al centro del progetto sono stati l’informazione e l’interscambio. Il primo ha riguardato la trasmissione e la ricezione di messaggi relativi a notizie o nozioni ritenute utili o addirittura indispensabili per l’individuo o la società. Solo attraverso una corretta informazione è possibile eliminare i rischi di fraintendimenti populisti che fomentano paure immotivate.
Infine c’è l’interscambio culturale, ovvero lo scambio tra gruppi culturali differenti all’interno di una società o di un gruppo. Tale principio diventa necessario al fine di una corretta integrazione sociale.