Il cambiamento nel Paese passa anche dalla preannunciata Riforma del Terzo Settore
Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa voluta dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e dal Sottosegretario Luigi Bobba, per presentare il Disegno di Legge delega per la riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale per la disciplina del Servizio civile universale.
Semplificare e innovare sono i due criteri che hanno guidato il Governo nella definizione del testo, per sostenere e incoraggiare la capacità dei cittadini attivi di associarsi, per essere parte integrante nello sviluppo sociale ed economico del paese.
Il Ddl prevede l’istituzione di un fondo di 50 milioni di euro per sostenere inizialmente la copertura economica per l’impresa sociale. Il Disegno di Legge sottolinea l’importanza di riconoscere e favorire le iniziative economiche private atte a produrre e mettere in circolo beni o servizi di utilità sociale; la previsione di un registro unico del Terzo Settore al fine di riordinare il sistema di registrazione degli enti; la definizione degli ambiti di intervento e le attività solidaristiche che caratterizzano gli enti di Terzo Settore e la semplificazione delle procedure per il riconoscimento della personalità giuridica degli stessi.
Attività di volontariato e di promozione sociale
Il Ddl prevede la «revisione e promozione del sistema dei Centri di servizio per il volontariato e riordino delle modalità di riconoscimento e di controllo degli stessi».
Determina, inoltre, l’armonizzazione delle diverse discipline vigenti in materia di volontariato e di promozione sociale; la diffusione della cultura del volontariato fra i giovani, a partire dalle scuole; il riconoscimento delle reti associative di II livello; la revisione e la razionalizzazione degli Osservatori nazionali per il Volontariato.
Impresa sociale
Si tratta dell’unico capitolo relativo all’impresa sociale, rispetto al quale il Disegno di Legge prevede uno stanziamento certo di 50milioni «per un fondo rotativo destinato a finanziare a condizioni agevolate gli investimenti in beni materiali e immateriali». Alcuni fra i più importanti elementi di novità di questo Ddl riguardano in primo luogo la normativa per prevedere i criteri di attribuzione per la qualifica di impresa sociale. È considerato inoltre l’ampliamento dei settori di attività di utilità sociale e l’individuazione dei limiti di compatibilità con lo svolgimento di attività commerciali diverse da quelle di utilità sociale; il Ddl inoltre disciplina i criteri per l’attribuzione della qualifica di impresa sociale anche alle cooperative sociali e ai loro consorzi.
Servizio civile universale
Il disegno di legge introduce il servizio civile universale «finalizzato alla difesa non armata attraverso modalità rivolte a promuovere attività di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale della nazione, sviluppo della cultura dell’innovazione e della legalità nonché a realizzare una effettiva cittadinanza europea e a favorire la pace tra i popoli». Riconoscere le competenze acquisite con il servizio civile anche in ambito lavorativo oltre che la possibilità di estendere il periodo di servizio in modo da coniugare le finalità del servizio con le esigenze di vita e di lavoro dei giovani coinvolti è la prerogativa esclusiva della Riforma che stabilisce anche la possibilità che il servizio sia prestato, in parte, in uno dei paesi dell’Unione europea nonché, per iniziative riconducibili alla promozione della pace e alla cooperazione allo sviluppo, anche nei Paesi extra U.E.
Il 5 per mille
Il Ddl prevede la riforma strutturale dell’istituto tra cui anche la razionalizzazione e il controllo sugli oltre 44mila soggetti beneficiari e la semplificazione e accelerazione delle procedure per il calcolo e l’erogazione dei contributi.
In merito alla copertura finanziaria, oltre al fondo per le imprese sociali, non sono state definiti capitoli di spesa specifici, che saranno previsti con la Legge di stabilità. Dopo la firma del Capo dello Stato, il testo giungerà in Parlamento per l’approvazione definitiva, prevista entro la fine del 2014. Prima che il governo consideri i 12 mesi di tempo per l’adozione dei decreti legislativi che renderanno effettiva la riforma.